I fattori di posizionamento su Google del 2015, secondo Moz

A pochi giorni dalla pubblicazione dello studio sui fattori di posizionamento di Searchmetrics, ecco che arriva quello di Moz (che, a differenza di Searchmetrics, non è annuale, bensì biennale: qui trovi quelli del 2013, 2011 e 2009). La ricerca di Moz si compone di 2 parti:

  • da un lato, un’intervista ad oltre 150 noti search marketer, che hanno espresso la loro opinione su oltre 90 fattori di ranking
  • dall’altro, uno studio basato sulla correlazione fra i fattori e il ranking su Google, effettuato in collaborazione con partner del calibro di SimilarWeb, DomainTools e Ahrefs

Come sempre, è bene ribadire che le correlazioni non possono provare che i motori di ricerca utilizzano quel determinato fattore, ma mostrano semplicemente le caratteristiche possedute da una pagina che tende a posizionarsi meglio di un’altra. I dati salienti dell’intervista sono riassunti in questa infografica:

Influenza dei fattori di ranking nell'algoritmo di Google

a quanto pare, gli “esperti” attribuiscono ancora oggi il peso maggiore ai segnali legati ai link (sia a livello di dominio che di pagina), fattori che vediamo al primo e secondo posto quasi a pari merito; in coda alla lista le “metriche social” (condivisioni su Facebook, tweet su Twitter e +1 su Google+). Questa invece una previsione sui fattori di ranking del prossimo futuro:

Previsione sui futuri fattori di ranking

al primo posto il fatto di avere un sito mobile-friendly, e poi un sacco di altri segnali legati all’usabilità, al design, alla leggibilità, al valore, alla qualità e al comportamento dell’utente all’interno del sito stesso. Come a dire che negli anni a venire ci aspetta un gran lavoro di ottimizzazione e SEO On Page. E per concludere, la

Sintesi dei Fattori di Ranking di Moz del 2015 in 10 punti

  1. Le correlazioni fra l’uso delle parole chiave on-page e il buon posizionamento sono sempre più basse. Il motivo potrebbe essere perché Google riesce sempre meglio a capire il significato delle pagine (attraverso keyword correlate, sinonimi, varianti ed entità), senza fare affidamento su parole chiave “secche” (exact keyword phrase). Secondo Moz, andare incontro all’intento dell’utente ha oggi la massima importanza.
  2. La lunghezza della pagina, la targhettizzazione internazionale e il numero totale di link mostrano tutti una moderata associazione con il posizionamento su Google, mentre l’uso di HTTPS ha invece una bassissima correlazione positiva (cosa che potrebbe significare che è solo un fattore di tie-break, ovvero che può essere determinante solo a parità di tutti gli altri fattori). Fra i fattori con associazione negativa c’è il tempo di risposta del server e la lunghezza degli URL.
  3. A dispetto di chi li dava per morti, il numero di link verso una determinata pagina è ancora oggi uno dei fattori con la correlazione più alta rispetto al posizionamento su Google.
  4. La correlazione fra domini a corrispondenza esatta (EMD = Exact Match Domain) e il posizionamento, è probabilmente dovuta alla prominenza degli anchor text, all’uso di parole chiave e ad altri segnali, anziché ad un “pregiudizio algoritmico” a favore di questi domini.
  5. Lo studio di Moz ha mostrato una scarsa relazione fra il tipo di dominio di secondo livello (.com, .net, etc.) e il ranking su Google: l’unico TLD sopra lo zero è il .org. La presenza del robots.txt ha una lievissima correlazione positiva.
  6. I link complessivi a livello di root e sottodominio hanno mostrato una forte correlazione con il posizionamento, mentre un po’ meno quelli a livello di pagina. Secondo Moz, i link continueranno a svolgere un ruolo di primo piano nell’algoritmo di Google.
  7. L’uso dell’anchor text è un’altra caratteristica importante dei risultati ben posizionati, con al vertice il numero di link da domini unici con un testo ancorato che parzialmente ricalca la parola chiave.
  8. Da sempre fra i fattori controversi, il numero di condivisioni di una pagina sui social tende a mostrare una correlazione positiva. Anche se ci sono importanti ragioni che fanno credere che Google NON conteggi direttamente le azioni sui social nel suo algoritmo, ci sono molti vantaggi secondari, dal punto di vista SEO, ottenibili attraverso una buona attività sui social network.
  9. L’anzianità e il numero di anni di registrazione del dominio hanno mostrato una piccola correlazione positiva, mentre la registrazione privata una leggerissima correlazione negativa.
  10. Le metriche di engagement di SimilarWeb hanno mostrato che i siti con una bassa frequenza di rimbalzo, un alto numero di pageview e un maggior tempo di permanenza sul sito, sono associati ad un posizionamento migliore.
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