Se hai una buona memoria ricorderai certamente che la strada di Google verso la semantic search è iniziata diversi anni fa, e conta almeno un paio di acquisizioni notevoli: Orion nel 2006 e Metaweb nel 2010. Ora il processo sembra aver preso una nuova accelerazione, almeno stando ad una recente intervista rilasciata da Amit Singhal al WSJ. Singhal, fra i più noti software engineer di Google, ha infatti dichiarato che “il motore di ricerca abbinerà meglio le query con un database che contiene milioni di “entità” – persone, luoghi e cose – che sono state pian piano accumulate nel corso degli ultimi 2 anni”. “La nuova ricerca sarà più simile a come gli esseri umani comprendono il mondo” ha aggiunto Singhal, notando che per molte ricerche effettuate oggi “incrociamo le dita e speriamo che la pagina ci restituisca una risposta”. Ma vediamo qualche esempio di come (probabilmente) sarà la nuova semantic search di Google. Chi cerca oggi “Lake Tahoe” nel motore, ottiene dei link al sito web dedicato, alla pagina di Wikipedia e ad una mappa. Domani Google restituirà invece gli “attributi”, ovvero le caratteristiche del lago (come ad esempio posizione, altitudine, temperatura/salinità dell’acqua). E ancora: una query del tipo “Quali sono i 10 laghi più grandi della California?” potrebbe restituire direttamente la risposta, invece che un elenco di link. I ben informati pensano che Google speri nella “svolta semantica” anche per aumentare il tempo di permanenza dell’utente sul sito: ad esempio, cercare “Ernest Hemingway” potrebbe restituire un elenco di libri direttamente sfogliabili e pagine di altri autori o volumi direttamente correlati. Si presume anche che Google possa suggerire l’acquisto diretto di quei libri. Quale impatto avrà la futura modifica nelle SERP? Si parla di una forchetta fra il 10% e il 20%, ovvero decine di miliardi di query al mese. A breve arriveranno dunque cambiamenti importanti, anche se Singhal ha affermato che il processo verso la “prossima generazione della search” è una strada che Google ha imboccato da anni: già oggi vengono forniti agli utenti risultati personalizzati e suggerimentiistantanei – durante l’inserimento della query, e Google sarebbe già in grado di fornire risposte in base ad una sorta di “valutazione collettiva” degli elementi più significativi correlati a determinate parole chiave. Per esempio, cercare nel motore la popolare serie TV “30 Rock”, fa comparire nella parte inferiore della pagina una sezione “Actor searches for 30 Rock”, all’interno della quale si possono trovare le foto dei singoli attori e dei link che permettono di eseguire una nuova ricerca per ogni nome. A cosa assomiglierà il nuovo Google? Rileggendo la dichiazione iniziale di Singhal, sembra che avrà rapporti di parentela soprattutto con Metaweb: Singhal parla infatti di “milioni di entità” (Metaweb si appoggiava a Freebase, un open database che contava appunto oltre 12 milioni di entity) e fa riferimento a cose maturate negli ultimi 2 anni (Metaweb è stata acquisita da Google a Luglio 2010).