Tracciare i click è stato uno dei componenti fondamentali della web analytics, ma rappresenta solo una piccola parte di ciò che l’utente fa online. Gli studi di eye-tracking sono spesso visti come il miglior modo per determinare ciò che davvero pensano le persone mentre navigano, ma tali studi possono avere costi proibitivi per molti. Ora però, alcuni ricercatori di Microsoft potrebbero aver trovato un metodo semplice per tracciare dove le persone guardano mentre navigano sul web. Il nuovo sistema non si basa sull’hardware utilizzato per l’eye-tracking, ma usa invece la posizione del mouse: dove il cursore si muove, dove si posa, e ovviamente dove viene effettuato il click. Secondo la ricerca, la posizione del cursore è effettivamente un segnale importante di cosa si sta guardando, soprattutto quando si tratta delle SERP di un motore di ricerca. Osservando i movimenti del puntatore ed associandoli ai click, i ricercatori sostengono che le informazioni raccolte potrebbero contribuire a migliorare la search experience. Ad esempio, la posizione del cursore può essere utilizzata su query poco comuni, dove è difficile valutare la rilevanza dei risultati a causa della bassa frequenza di click. Inoltre può aiutare a identificare quello che viene chiamato “good abandonment”, ovvero quando la ricerca stessa soddisfa la query dell’utente e quindi il click sul risultato non è necessario (cosa assai diversa da quando la SERP non ha mostrato alcun risultato rilevante, e quindi viene abbandonata dall’utente). Per effettuare il tracciamento è stato utilizzato un JavaScript inserito (lato client) nel codice HTML della SERP; lo script pesa meno di un 1KB, e ha di conseguenza un impatto trascurabile sul tempo di caricamento della pagina. Prima di partire con elecubrazioni circa il discorso privacy, è bene notare che l’intento non è quello di misurare e tracciare ciò che fa il singolo utente, ma di analizzare dati su larga scala, che magari diverranno gli standard della web analytics del futuro. Per ora si tratta solo di un “proof-of-concept”, ma ti ricordo che anche Google ha già da tempo un brevetto in questo ambito… Liberamente tratto da New Web Analytics May Track Not Just Where You Click, But Where You Move Your Cursor, di Audrey Watters.