Esempio di pagina perfettamente ottimizzata per i motori

Se sei un SEO, te lo avranno chiesto centinaia di volte. Purtroppo non c’è una risposta secca e definitiva, ma ci sono tutta un serie di buone norme che puoi seguire per avvicinarti alla meta. In questo post, che traduce interamente l’articolo pubblicato su SEOmoz qualche giorno fa (Perfecting Keyword Targeting & On-Page Optimization), troverai tutti i consigli di randfish per raggiungere la “perfezione SEO” (o quasi) a livello di fattori on-page. Alcuni punti elencati qui sotto sono sostenuti da dati, studi e sperimentazioni approfondite, mentre altri sono semplicemente intuizioni, sulla base dell’esperienza maturata negli anni. Come tutto ciò che a che fare con la SEO, si raccomanda di testare di continuo ogni cosa, anche se questa guida ti sarà di aiuto in questo processo.

HTML Head Tags

Title: è il più importante dei fattori on-page. Dovrebbe includere preferibilmente la keyword (o la keyphrase) come prima parola. Meta Description: anche se non serve per posizionarsi nei motori di ricerca, il meta description è importante perchè compare a livello visivo nelle SERP. E’ dimostrato che una buona descrizione può contribuire ad aumentare il click-through rate, aumentando di conseguenza il traffico verso il sito web. Meta Keywords: Yahoo! è rimasto l’unico motore di ricerca a registrare e utilizzare il meta keyword nelle operazioni di “discovery” del sito, anche se non lo utilizza per il posizionamento. Ma ora, dato che Bing è divenuto il motore di Yahoo!, è venuto a mancare anche l’ultimo dei motivi per utilizzare questo tag. Meta Robots: anche se non necessario, assicurati che il tag NON contenga direttive che possano impedire l’accesso del bot al tuo sito. Rel=”Canonical”: più un sito è grande e complesso (e più è grande è complesso il numero di persone che ci lavorano sopra), e più è necessario implementare questo tag, per evitare potenziali o involontarie duplicazioni di contenuti, creando problemi con i motori di ricerca e dispersione del link juice. Altri Meta Tag: altri tag come quelli offerti da DCMI e FGDC non offrono alcun beneficio lato SEO, aggiungendo invece una complessità non necessaria e aumentando i tempi di download delle pagine.

URL

Lunghezza: gli URL corti sembra performino meglio nelle SERP e hanno maggiori possibilità di essere copiati, incollati e condivisi. Posizione della keyword: più la parola chiave è vicina è il dominio, meglio è. sito.com/parolachiave è sicuramente meglio di sito.com/cartella/sottocartella/parolachiave (anche se certamente non si otterranno enormi benefici a livello di posizionamento). Sottodomini vs Pagine: nonostante il lieve vantaggio che hanno i sottodomini che includono la keyword rispetto a sottodirectory o pagine, l’algorimo di assegnazione della link popularity fa pendere la bilancia a favore di queste ultime. Separatori: il trattino è ancora il Re dei separatori negli URL, nonostante la promessa di equipararlo all’underscore.

Body Tags

Numero di ripetizioni della parola chiave: è impossibile individuarne il numero ottimale, ma c’è una semplice regoletta che ha funzionato bene per parecchio tempo: “2-3 volte su pagine brevi, 4-6 volte su pagine lunghe e comunque un numero di volte che consenta al contenuto di aver senso”. Andare oltre non porta benefici importanti, e non è saggio essere aggressivi con questo parametro. Keyword Density: nonostante il fatto che l’esistenza di tale algoritmo sia solo un mito, l’idea della keyword density si fa strada anche nelle menti di brillanti SEO. Se è vero che l’utilizzo di una keyword/keyphrase è potenzialmente in grado di migliorare il posizionamento, non ci sono dubbi sul fatto che non esista una formula per misurare tale rilevanza. Uso di varianti della parola chiave: da tempo si sospetta che influenzi il posizionamento sui motori (anche se non ho mai studiato in profondità qualcosa che mi abbia convinto), e quindi vale la pena spenderci un pò di tempo. Si consiglia di impiegare almeno una o due varianti del termine, e di usare le keyphrase insieme o in alternativa alla keyword principale. H1: per lungo tempo si è pensato che il tag H1 avesse un grossa importanza nei fattori di ottimizzazione on-page. Tuttavia, nostri studi recenti hanno dimostrato che c’è una correlazione molto bassa (vicino alla zero) fra l’uso dell’H1 e il posizionamento ai primi posti. Si consiglia comunque di utilizzare correttamente l’H1 per l’intestazione della pagina e, preferibilmente, di impiegarlo per keyword/keyphrase mirate. H2/H3/H4/Hx: di minore importanza rispetto all’H1, la nostra raccomandazione è di utilizzarli solo se necessario. Non sembra che questi tag possano apportare grande valore lato SEO. Attributo ALT: sorprendentemente, l’attributo ALT, che a lungo si è pensato avesse poco peso a livello SEO, ha invece dimostrato di avere una forte correlazione col posizionamento. Pertanto consigliamo caldamente di inserire una immagine all’interno delle pagine web, inserendo nel contenuto gli stessi termini/frasi utilizzati nell’attributo alt dell’immagine stessa. Nome dell’immagine: dal momento che il traffico proveniente dalla ricerca di immagini può essere una buona fonte di visite, e visto che le immagini sono presenti anche nelle normali ricerche web, suggeriamo di utilizzare la keyword/keyphrase per i nomi dell’immagine inserita nella pagina web. Grassetto: usare il bold/strong sulle parole chiave sembra avere un bassissimo peso a livello SEO, e pertanto suggeriamo di utilizzarlo solo raramente e solo sui termini/frasi in target. Corsivo: sorprendentemente, il testo italico/enfatizzato sembra avere una correlazione col posizionamento leggeremente più alta del bold/strong, e pertanto si suggerisce di utilizzarlo sui termini/frasi in target. Ancore sui link interni: non ho ancora trovato le prove circa il peso dato dai motori alle ancore interne. Commenti HTML: come sopra, sembra che i motori ignorino il testo nei commenti.

Link interni e architettura del sito

Click-Depth: il nostro consiglio principale è che più è competitiva una keyword/keyphrase, più è importante l’architettura del sito (e, di conseguenza, il numero di click che separa un URL dalla home page deve essere il più basso possibile). Numero/Percentuale di link interni: le pagine più linkate tendono a posizionarsi meglio e, di conseguenza, può essere d’aiuto linkare le pagine che contengono termini particolarmente competitivi da un gran numero/percentuale di pagine del sito. Link nel contenuto vs. Link fissi: sembra che Google e gli altri motori si stiano impegnando a riconoscere la posizione della pagina nella quale il link è inserito. Di conseguenza, utilizzare i link in pagine in “stile-Wikipedia” (nel corpo del contenuto) potrebbe avere dei vantaggi rispetto ad inserire link fissi. Non dimenticare, in ogni caso, che Google considera solo il primo link che vede nell’HTML di una pagina. Link nella Sidebar e nel Footer: in base alle recenti domande di brevetto, documentazioni ed esperienze maturate all’interno di SEOmoz sembra che Google abbia tolto moltissimo peso ai link presenti nel footer e, in misura minore, nella sidebar. Di conseguenza, se utilizzi dei link fissi per i menu di navigazione, consigliamo (ai fini SEO) di metterli in alto, sopra i contenuti.

Architettura della pagina

Posizione della parola chiave: le parole chiave più importanti dovrebbero essere inserite, preferibilmente, nelle prime righe del testo (entro i primi 50-100 caratteri, ma possibilmente anche prima). Sembra che i motori prediligano le pagine con le keyword inserite prima, piuttosto che dopo. Struttura del contenuto: alcuni scommettono sull’utilizzo di particolari strutture (introduzione, corpo, esempi, conclusione) oppure sullo stile giornalistico della narrazione (informazione, conclusione, parabola) ai fini SEO, ma noi non abbiamo notato miglioramenti nel posizionamento e quindi il consiglio è di utilizzare la struttura più idonea in base alla tipologia dei contenuti e ai visitatori del sito.

Perchè queste regole non sono sempre osservate?

La risposta è relativamente semplice. La verità è che nel processo di produzione dei contenuti a volte ci si dimentica, a volte si ignora e a volte intenzionalmente non si rispettano queste semplici regole. L’ottimizzazione on-page, per quanto estremamente importante, è solo un pezzo del grande puzzle del posizionamento:

Le componenti dell'algoritmo di Google

Ovviamente il lavoro on-page paga, ma la SEO on-page, a mio parere, segue la famosa regola dell’80/20: se consideri il 20% più importante di questa lista (title, URL, link interni), otterrai l’80% (e forse più) del risultato possibile.

Le 6 regole per posizionarsi al primo posto nei motori di ricerca

Curiosamente, anche se forse la cosa non sorprenderà del tutto i SEO più esperti, la verità è che l’ottimizzazione on-page non è necessariamente in alto alla lista delle cose da fare per posizionarsi ai primi posti nei motori. In realtà, un elenco per scalare la vetta dei motori è più simile al seguente: 1. Accessibilità – I motori non possono vedere/indicizzare tutto, e quindi la crawl-ability è da mettere al primo posto della lista. 2. Contenuti – E’ necessario avere contenuti di altissima qualità non solo per attrarre i visitatori, ma per fare in modo che questi li condividano. La viralità dei contenuti è probabilmente il più importante e prezioso fattore nella matrice di ranking, perchè produce la miglior conversion rate sui link (il rapporto fra chi lo visita e chi clicca sul link dopo averlo visto). 3. Elementi Basilari On-Page – Inserire nel modo giusto la parola chiave all’interno degli elementi più importanti (titoli, URL, link interni) aumenta considerevolmente la probabilità che la pagina possa posizionarsi bene. 4. User Experience – L’usabilità, l’interfaccia e l’esperienza globale fornita da un sito web influenza fortemente i link e le citazioni che può ottenere così come la percentuale di conversioni sul traffico dei visitatori. 5. Marketing – Mi piace dire che “gli ottimi contenuti non possono sostituire un ottimo marketing”. Una fantastica macchina di marketing o una enorme campagna hanno il potere di attrarre più link di quanto il contenuto ne “merita”, e anche se ciò può sembrare ingiusto, è un principio sul quale il capitalismo si è fondato negli ultimi 100 anni. Diffondere il verbo è spesso altrettanto (o anche più) importante di essere giusto, corretto o valido (basta guardare la politica). 6. Ottimizzazione On-Page Avanzata – L’applicazione di tutto quanto scritto in questo articolo, con particolare attenzione ai dettagli, non è certamente inutile ma si trova, nel bene o nel male, come ultimo punto di questa lista, per un semplice motivo: in base alle nostre esperienze, non aggiunge molto valore rispetto alle altre tecniche sopra descritte. P.S.: questo articolo può essere considerato come la perfetta premessa all’edizione 2009 dei Search Engine Ranking Factors, rilasciata pochi istanti fa. E credo proprio che avremo occasione di riparlarne… 😉