Google, Cyberbuzz e il pay-per-post

Spesso sono portato a pensare che il monopolio di Google, nel campo dei motori di ricerca, sia globale. Se ciò è (forse) vero per USA ed Europa, ad Oriente le cose stanno diversamente: in Cina abbiamo Baidu, in Russia Yandex, in Corea Naver e in Giappone Yahoo!, che (secondo comScore/Settembre 2008) con i siti sotto il suo cappello totalizza il 51,2% di share (contro il 39% di Google):

Lo share di Yahoo! supera quello di Google del 12,2%

Anche dal punto di vista delle pageview (secondo Nielsen/ Ottobre 2008), Yahoo! Japan batte Google alla stragrande: 3,5 miliardi di pagine contro le 2,5 di BigG.

Yahoo! fa circa 1 miliardo di pagina al mese in più di Google

Come ha dunque deciso di operare Google per sconfiggere (o quantomeno arginare) lo strapotere di Yahoo! sul territorio nipponico? innanzitutto, lanciando delle campagne pubblicitarie (online e offline) per spingere i suoi servizi (come, ad esempio, Picasa), e quindi mettendo in campo una strana strategia…

“Hot Keywords”

Settimana scorsa, l’home page di Google.jp è stata modificata con l’inserimento di una sezione che mostra i 5 termini più cercati nella versione locale del motore:

Le 5

Per gli utenti è stato inoltre messo a disposizione un gadget (per iGoogle) e un widget (per inserire l’elenco delle chiavi nel proprio sito/blog). Ma non è tutto.

Post a pagamento?

Campagna Pay-Per-Post con Cyberbuzz?

Per spingere la nuova feature, Google si sarebbe rivolta a Cyberbuzz per pianificare una campagna Pay-Per-Post (si, i tanto odiati/penalizzati post con all’interno link a pagamento). Lo dimostrerebbe il fatto che cercando in Google Blog Search con la chiave “Google Hot Keywords Ranking+Blog Widget+CyberBuzz” compaiono diversi articoli sull’argomento, i quali riportano in coda una dicitura del tipo “Questo post fa parte di una campagna Cyberbuzz”.

2 pesi e 2 misure?

Troppo facile accusare Google di predicare bene e razzolare male. Parlerei invece di come non abbia alcun senso cercare di promuovere un proprio servizio (minore) a suon di link, quando l’obiettivo dovrebbe essere quello di erodere importanti quote di mercato ad un grosso rivale. E anche di come non sempre sia possibile avere successo con un motore di ricerca “fotocopiato” da un modello occidentale, in paesi con un diverso background storico, linguistico e soprattutto culturale. O forse Google sperava davvero di colmare il divario che lo separa da Yahoo! tramite la diffusione di un semplice widget? 🙂 Fonte: Google Japan Buys Dirty Pay-Per-Post Links (ripresa anche da Pay Per Post: Google Uses Every Trick To Beat Yahoo In Japan).