Negli ultimi 12-18 mesi mi sono arrivate parecchie richieste di consulenza relative al posizionamento di siti web nei motori di ricerca. Pur non avendo fatto una statistica precisa, direi che in almeno il 90% delle email ricevute la domanda che mi viene posta è del tipo:

“Quanto costa posizionare il mio sito su Google?”

E spesso non c’è altro. Intendo dire che non c’è neppure l’indirizzo del sito (per non parlare delle parole chiave o di altri dettagli per me molto utili, ma per chi scrive evidentemente no). I motivi sono ovviamente da cercare nella scarsa conoscenza dell’argomento da parte di chi mi contatta, ma anche del fatto che (ne sono ormai quasi certo) l’utente medio è convinto che il posizionamento nei motori sia qualcosa di:

  • veloce
  • economico
  • a prezzo fisso

Insomma, qualcosa di magico che con 4 soldi e in pochissimi giorni possa portarli in vetta a Google, Yahoo! e MSN/Live. Cerchiamo di capire perché invece le cose non funzionano così 🙂

I 3 fattori che compongono il costo di un posizionamento

Ci sono diverse variabili che influenzano il prezzo. Le più importanti sono sicuramente:

  • Difficoltà e numero delle parole chiaveSpesso mi viene chiesto di posizionare keyword impossibili (o quasi). Alcuni clienti non riescono a capire che cercare di scalare Google per certe parole chiave, oltre ad essere estremamente difficile e costoso, è assolutamente inutile. Un tipico caso è il cliente che, col suo piccolo albergo, vuole posizionarsi per la chiave “hotel” (keyword da circa 1 miliardo di risultati in Google.it). “Lei, in Google, cercherebbe “hotel” e basta?” gli dico “oppure, per esempio, “hotel + il nome della città?” Generalmente questo basta per iniziare a spostare il discorso su basi un pochino più solide, e ad aiutare l’interlocutore a fare qualche passo in più verso la conoscenza della SEO. 🙂
  • Competitività (lato SEO) del settore in cui il cliente operaCi sono settori dove la competitività, anche fra SEO, è estrema (e uno fra questi è proprio il già citato turismo). Pertanto non è affatto detto che un numero (relativamente) basso di risultati equivalga ad un posizionamento facile: ci sono SERP che oserei definire “granitiche”, dove da mesi (se non anni) la situazione è nelle mani dei “soliti (siti) noti”. È quindi meglio spiegare al cliente che il gioco, se il budget è basso, non vale la candela: in questi casi, può essere utile individuare una rosa di parole chiave “limitrofe” a quella principale, ovviamente meno difficili da scalare, e puntare su quelle.
  • Caratteristiche del sito da posizionareIo sono fra quelli che ritiene che un sito debba essere concepito per fare in modo che si posizioni: intendo dire che un sito deve nascere e crescere con la supervisione di un SEO, di un copywriter e di un buon web designer. E invece mi imbatto di frequente in striminziti siti statici, con pochissimi contenuti e privi di meta tag (spesso mancano addirittura del title!). Oppure in fantastici siti pieni di effetti speciali… ma totalmente in flash. Ma soprattutto (cosa gravissima) c’è chi mi dice che il sito non può essere modificato in alcun modo, “perché al titolare piace così, e perché l’ha fatto suo figlio” (quando si dice la presunzione… 😉 ). In questi casi, c’è ben poco da fare: lo sforzo da fare off site potrebbe essere reso vano dalla gravissima situazione on site … se il cliente non vuole toccare il suo amato (e imposizionabile) sito, puntiamo piuttosto a fargliene uno nuovo (spesso può essere sufficiente un minisito di poche pagine, ma pensato e creato SEO friendly).

Conclusioni Se pensavate che, arrivati a questo punto, si inizi a parlare di cifre, vi siete sbagliati di grosso. Il posizionamento ha dei costi talmente variabili che scrivere un numero non ha alcun senso, se non quello di fuorviare e confondere. Personalmente amo dire che l’obiettivo che un lavoro di posizionamento si pone, è quello di portare al cliente un numero di visitatori realmente interessati al suo prodotto/servizio, visitatori che in altro modo non sarebbe mai riuscito a raggiungere. E questo è solo il 50% del lavoro. Il SEO onesto, quello che non si ferma a metà dell’opera, deve fare in modo che alla crescita di nuovi visitatori corrisponda l’aumento delle cosiddette conversioni, (come, ad esempio, nuove vendite, compilazione di un form, iscrizione ad una newsletter). Perché, se ci pensiamo bene, quello che vuole il cliente NON è posizionarsi nei motori di ricerca. Vuole clienti, vuole ricevere email, vuole che gli squilli il telefono. E vuole ovviamente un ritorno economico dall’investimento che fa, vuole insomma guadagnare più di ciò che ha speso. E noi dobbiamo dargli quello… o almeno, con tutta l’onestà possibile, ci dobbiamo provare. 🙂