Sono da sempre un grande fan dei video online (YouTube & Co.) e della Web TV (al punto da aver creato mesi fa la TagliaTV 😀 ). Grazie alla massiccia diffusione della banda larga, è evidente che i video entraranno sempre di più a fare parte delle pagine web del prossimo futuro: piacciono a tutti, sono di facile fruizione, e ricordano tanto la vecchia ed amata TV. Però, per quanto faccia continui sforzi mentali, non riesco ancora a vedere in dettaglio il quadro relativo alla monetizzazione di questa nuova moda (anzi, di questo nuovo modo di fare web). Provo comunque ad analizzare velocemente il fenomeno dal punto di vista del rapporto “costi-ricavi”: e per costi (e ricavi) non intendo solo quelli puramente economici.  Costi Per girare un video (con l’audio, ovviamente 🙂 ) ci occorre:

  • una webcam
  • una cuffia+microfono
  • un software per “manipolare” il risultato

Dal punto di vista puramente tecnico, i costi (hardware+software) sono irrisori: andando in economia, con una cinquantina di euro si può acquistare il tutto (anche grazie al fatto che i software, almeno quelli per principianti, sono gratuiti (inclusi nel sistema operativo, come Windows Movie Maker, o nella confezione della webcam)). Tutto fantastico quindi… e ora? Ora arriva il brutto. Per girare un video ci vuole tempo.

  • Tempo per imparare come si fa a stare davanti ad una webcam
  • Tempo per impare a parlare ad un microfono
  • Tempo per prepararsi (e scriversi) la traccia di quello che si dovrà dire
  • Tempo per fare e rifare enne volte il video (causa colpo di tosse, ambulanza che passa, bambini che urlano, etc)
  • Tempo per imparare ad usare il software per il montaggio video (titoli di testa e di coda, sottotitoli, effetti speciali, etc)

E una volta che abbiamo girato il nostro primo video, e lo abbiamo uppato su YouTube, quanto ci abbiamo guadagnato? Nulla. Per non parlare di chi, per motivi suoi, decide di caricare il video sul SUO server, consumando quindi la SUA banda. Avete idea di quanta banda consuma un video rispetto ad un post testuale? E se per caso il video diventasse in qualche modo “viral”? più utenti = più banda consumata = più risorse necessarie = più costi! Ricavi Appurato che uppare un video su YouTube non è la scelta migliore per monetizzarlo (almeno fino a quando non inseriranno di default la pubblicità in tutti i video), ci sono però altri servizi che permettono di farlo. Quello forse più noto è Revver (che nel primo anno di vita ha distribuito ai suoi utenti ben 1 milione di dollari), e recentemente ho sentito parlare anche di Revlayer (per un approfondimento esaustivo, vi segnalo “Online Video Advertising E Monetizzazione: Una Guida Per Guadagnare Con La Pubblicità Sui Video Online“, di quel geniaccio di Robin Good). Se poi è il video è un pochino autopromozionale, potrebbe aiutarvi a trovare qualche nuovo cliente, soprattutto se tratta di un argomento utile e interessante (per esempio, una guida o un tutorial su di una materia in cui vi sentite particolarmente ferrati). Conclusioni Attenzione: con questo post non sto dicendo che i video non sono profittevoli, e che non conviene investire su tale media, anzi! Ma girare un video NON è come scrivere un post. E’ un investimento, di tempo/denaro, che va ben valutato e ponderato. Chi investirà oggi nella produzione di contenuti video di qualità avrà un grosso vantaggio nei confronti di chi sarà, suo malgrado, costretto a farlo fra qualche tempo. E, probabilmente, chi non sarà in grado di produrre video non potrà competere nel web dei prossimi anni. Io inizio a rispolverare la webcam… e voi? 🙂