Ho un passato da “videogiocatore”. Come quasi tutta la popolazione nerd di sesso maschile, che negli anni ’80 era adolescente, passavo gran parte della giornata postscolastica con Space Invaders, Asteroid, PacMan, e tutti quei videogames bidimensionali entrati nel vocabolario con il termine “arcade”: io amavo particolarmente il semisconosciuto Pooyan (per la cronaca). Molto più tardi arrivò la rete, il “netgaming”, ma ormai ero troppo vecchio e, soprattutto, avevo troppo poco tempo da dedicare a Quake (prima) o a WoW (dopo). Però ho sempre seguito un pochino quel mondo, e ultimamente mi sono interessato ad analizzare Second Life. Un pò perchè ha dei numeri spaventosi (circa 60.000 utenti 1 anno fa, 1 milione di utenti lo scorso 18 ottobre, quasi 1,7 milioni oggi): qualcosa di interessante deve pur esserci, per avere un tasso di crescita simile!. Un pò perchè, in Second Life, girano soldi veri (e parecchi): tu guadagni “Linden Dollars” (la valuta locale), e la cambi in dollari americani (secondo questo tasso di conversione). E quando ci sono di mezzo i soldi, si muovono le aziende, come Reuters, che ha la sua filiale virtuale all’interno di questo mondo sintetico. O Sun, che in occasione del suo “sbarco” in Second Life ha tenuto pure una conferenza stampa (ovviamente “virtuale”). O Reebok, che ha aperto un negozio di scarpe … che è stato preso d’assalto dalla Second Life Liberation Army, con tanto di video che immortala l’azione. E ovviamente c’è il caso eclatante di chi riesce ad arricchirsi a tal punto da finire sulla copertina di Business Week: Anshe Chung, che ha fatto la sua fortuna vendendo case di pixel, il primo maggio festeggiava i suoi 250.000 dollari, e in questi giorni pare abbia quadruplicato la cifra: 1 milione di dollari in 2 anni e mezzo, partendo da un investimento di 9,95. Devo stare lontano da Second Life, è meglio 🙂